Centro di ricerca:
Centro per lo studio delle Cardiomiopatie e Scompenso Cardiaco
(Responsabile Prof. Pasquale Perrone Filardi)
Temi di ricerca:
- Studio dell’innervazione simpatica a livello miocardico mediante scintigrafia con 123I-metaiodobenzilguanidina (123I-MIBG) in pazienti affetti da scompenso cardiaco
- Studio dei disturbi respiratori del sonno in pazienti affetti da scompenso cardiaco
- Marcatori di aterosclerosi precoce in pazienti affetti da psoriasi
- Analisi e ruolo prognostico della funzione atriale sinistra in pazienti affetti da cardiomiopatia dilatativa
- Studio della riserva di flusso coronarico in pazienti affetti da diabete mellito ed in pazienti affetti da cardiomiopatia dilatativa idiopatica
Progetti di ricerca:
- Innervazione adrenergica miocardica e scompenso cardiaco.
Questo filone si divide in tre differenti progetti di ricerca:
- Validazione del ruolo prognostico della scintigrafia con MIBG nella predizione eventi avversi maggiori in pazienti ad elevato rischio ed in fase avanzata della patologia. Sono in corso di arruolamento soggetti affetti da scompenso cardiaco cronico con frazione d’eiezione del ventricolo sinistro <35%, sottoposti a studio ecocardiografico, studio scintigrafico, prelievo di sangue venoso periferico ed eventuale successivo impianto di ICD (o ICD-CRT in base al singolo paziente). Il prelievo di sangue venoso periferico, oltre che per la valutazione laboratoristica di base e dei peptidi natriuretici, ha l’obiettivo di procedere all’isolamento di linfociti periferici per la determinazione di GRK2, una chinasi implicata nei meccanismi di desensibilizzazione del beta-recettore, la cui analisi può fornire un riscontro molecolare dello stato di innervazione adrenergica valutato alla scintigrafia. Il follow-up clinico ad intervalli semestrali e la registrazione degli eventi aritmici da parte dei dispositivi impiantati consente di raccogliere dati sull’insorgenza di eventi aritmici, ospedalizzazioni per riacutizzazione dello scompenso e morte, che rappresentano gli outcome primari di tale studio.
- Studio della relazione tra insulino-resistenza ed innervazione simpatica. La ridotta sensibilità all’insulina rappresenta un fattore prognostico nell’insufficienza cardiaca, ma i meccanismi patogenetici alla base di tale relazione non sono del tutto noti. E’ verosimile che una compromissione del sistema nervoso adrenergico possa rappresentare uno dei meccanismi patogenetici di tale relazione. A tale scopo i pazienti arruolati nel presente filone di ricerca vengono sottoposti a prelievo di sangue venoso per la determinazione di insulinemia e glicemia a digiuno e calcolo dell’HOMA index, un indice surrogato ampiamente validato di insulino-resistenza. L’obiettivo di tale studio è quello di identificare la prevalenza di compromissione adrenergica in pazienti con e senza ridotta sensibilità all’insulina, indipendentemente dalla presenza di diabete mellito, ma soprattutto di stabilire se la presenza delle due condizioni posso realmente avere un impatto prognostico sulla decorso della patologia.
- Studio dell’innervazione adrenergica in pazienti con moderata riduzione della funzione sistolica del ventricolo sinistro (FE 35-45%). Tali pazienti si collocano ancora in un’area grigia di rischio, in quanto restano ancora da chiarire quale sia il reale impatto delle alterazioni del sistema nervoso adrenergico miocardico sulla progressione dell’insufficienza cardiaca in tale gruppo e soprattutto quanto lo studio dell’innervazione miocardica possa predire il rischio aritmico in tale categoria, al fine di identificare i pazienti che potrebbero beneficiare dell’impianto di defibrillatore pur non rientrando in pieno nelle categorie di rischio definite dalle attuali linee guida.
- Disturbi respiratori del sonno e scompenso cardiaco.
L’attività di ricerca in tale ambito ha l’obiettivo di valutare la prevalenza e la severità di tali disturbi nella popolazione in esame mediante monitoraggio cardio-respiratorio, ma soprattutto di stabilire l’impatto prognostico di tali alterazioni sulla progressione e sulla prognosi dello scompenso cardiaco. Tutti i pazienti afferenti al centro ed affetti da scompenso cardiaco cronico vengono sottoposti a monitoraggio cardio-respiratorio notturno ed indirizzati ad opportuna terapia di ventilazione assistita in base allo stato del disturbo. Il follow-up semestrale, con raccolta di dati clinici, dati ecocardiografici e di laboratorio, ha l’obiettivo di raccogliere informazioni riguardo a progressione della patologia ed eventi avversi maggiori per lo studio dell’impatto prognostico delle apnee notturne.
In aggiunta, tale ricerca ha anche l’obiettivo di stabilire la relazione delle alterazioni del sistema miocardico adrenergico con lo sviluppo di sindrome delle apnee notturne, al fine di identificare un meccanismo patogenetico comune che possa spiegare il ruolo prognostico di tali alterazioni e di stabilire l’effetto della terapia ventilatoria sulle alterazioni dell’innervazione miocardica.
- Aterosclerosi precoce e psoriasi.
Pazienti affetti da psoriasi presentano una ridotta aspettativa di vita a causa principalmente dell’elevata prevalenza di eventi cardiovascolari. Non è però del tutto chiarito quale sia nel determinismo di tali eventi il ruolo dell’infiammazione cronica dovuta alla malattia di base e l’impatto dei comuni fattori di rischio cardiovascolare, ampiamente prevalenti in questa popolazione. Obiettivo del presente studio è valutare la funzione endoteliale mediante tonometria arteriosa digitale e la riserva di flusso coronarico valutata con metodica ecocardiografica in pazienti con psoriasi, anamnesi cardiovascolare negativa e wash-out farmacologico da almeno 3 settimane. Inoltre, ulteriore obiettivo del progetto è valutare il profilo di sicurezza dei farmaci biologici utilizzati per il trattamento della psoriasi. Tutti i pazienti, infatti, dopo la valutazione basale, vengono indirizzati ad opportuno trattamento (topico, con farmaci tradizionali o biologici) e la valutazione del rischio aterosclerotico viene ripetuta a 16 settimane dall’inizio della terapia al fine di stabilire l’effetto dei trattamenti sui parametri di aterosclerosi precoce.
- Funzione atriale sinistra in cardiomiopatia dilatativa.
Lo studio dei peptidi natriuretici nello scompenso cardiaco ha portato ad una miglior definizione del ruolo dell’atrio sinistro nel inquadrare lo stato funzionale del paziente scompensato. Obiettivo dello studio è valutare il ruolo della funzione atriale valutata con metodica strain in relazione alla compromissione dello stato funzionale del paziente scompensato identificato dalla classe NYHA, dai livelli sierici di NT-proBNP, dal grado di compromissione della funzione renale e dai dati ottenuti al test del cammino ed al test da sforzo cardiopolmonare.
- Riserva coronarica e funzione endoteliale.
Ormai consolidata attività di ricerca del nostro gruppo è rivolta allo studio delle alterazioni della funzione endoteliale mediante tonometria arteriosa periferica, di concordo con lo studio delle alterazioni della riserva coronarica mediante test al dipiridamolo e cold pressure test in pazienti affetti da diabete mellito con coronarie esenti da lesioni significative rispetto a soggetti non diabetici con pari caratteristiche. Inoltre un nuovo filone di ricerca sta esaminando la riserva coronarica in pazienti affetti da cardiomiopatia dilatativa idiopatica, insieme allo studio della perfusione miocardica mediante PET e dell’innervazione adrenergica mediante scintigrafia miocardica con MIBG.
Risultati
- Innervazione adrenergica miocardica e scompenso cardiaco. Ad oggi sono stati arruolati circa 200 pazienti che sono in fase di follow-up clinico per la raccolta dati sull’insorgenza di eventi avversi. Relativamente al filone cardio-metabolico, in un confronto tra pazienti scompensati suddivisi in diabetici e non diabetici, abbiamo osservato una maggiore compromissione adrenergica in pazienti diabetici ed una correlazione tra parametri relativi al controllo glicemico, quale in particolare l’emoglobina glicosilata, e l’alterazione del sistema nervoso simpatico a livello miocardico (Paolillo et al. Diabetes Care 2013). Riguardo all’insulino-resistenza, una prima analisi su pazienti non diabetici ha dimostrato una maggiore compromissione simpatica in pazienti affetti da insulino-resistenza con una correlazione inversa tra indice HOMA ed insulinemia e parametri derivati dalla scintigrafia con MIBG.
- Disturbi respiratori del sonno e scompenso cardiaco. In circa 100 pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico è stata osservata una maggiore compromissione del sistema nervoso adrenergico in pazienti con apnee non notturne ed in pazienti con grado più avanzato del disturbo, dimostrazione che conduce a porre l’attenzione sulle comorbidità dello scompenso cardiaco e su presidi terapeutici complementari alla terapia standard, quali sistemi di ventilazione assistita. In particolare, una maggiore compromissione sembra essere presente nei soggetti con prevalenza di apnee di tipo centrale a parità di grado di compromissione ventricolare sinistra e di stabilità emodinamica, con un impatto prognostico negativo dei disturbi respiratori del sonno su un endpoint combinato di morte cardiaca ed ospedalizzazione per scompenso in un follow-up medio di circa 18 mesi.
- Aterosclerosi precoce e psoriasi. Un’analisi preliminare su 25 pazienti non ha mostrato significative alterazioni della funzione endoteliale e della riserva coronarica in basale rispetto a popolazioni di controllo. Il follow-up di pazienti in terapia con biologici ha confermato un buon profilo di sicurezza di tali farmaci, in assenza di peggioramento dei parametri di aterosclerosi precoce.
- Funzione atriale sinistra in cardiomiopatia dilatativa. Abbiamo già rilevato come l’NT-proBNP mostri una correlazione forte con diversi parametri di funzione atriale sinistra, valutata sia con metodica ecocardiografica M-mode che B-mode, oltre che con parametri relativi a dimensioni atriali (Prastaro et al. Eur J Echocardiogr 2011). Sono in corso di analisi parametri relativi alla metodica strain.
- Riserva coronarica e funzione endoteliale. Sino ad oggi abbiamo dimostrato una maggiore compromissione della riserva di flusso coronarico in pazienti diabetici con coronarie esenti da lesioni significative rispetto a soggetti non diabetici con pari caratteristiche, sottolineando come il diabete abbia un effetto deleterio sulla funzione microcircolatoria coronarica (Gargiulo et al. Int J Cardiol 2013; Marcianoet al. Eur J Nucl Med Mol Imaging 2012). Sono in corso di analisi i dati relativi a pazienti affetti da cardiomiopatia dilatativa idiopatica.